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Gaza: Mozione del Senato accademico

Il Senato accademico dell’Università degli Studi del Sannio ha approvato nella seduta del 23 settembre 2025, all’unanimità, la mozione “sulla gravissima crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza”.

Di seguito il testo del documento approvato:

La comunità accademica dell’Università del Sannio esprime dolore e orrore di fronte all’escalation militare e alla gravissima crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza. 

L’Ateneo esprime profonda indignazione per l’altissimo numero di vittime civili, per la distruzione diffusa e sistematica di infrastrutture essenziali e per le condizioni insostenibili di vita della popolazione palestinese, che configurano violazioni sistematiche dei diritti umani e del diritto internazionale.

Al tempo stesso condanna con fermezza ogni forma di terrorismo e violenza contro civili, richiamando in particolare l’attacco del 7 ottobre 2023 compiuto da Hamas.

Il Senato:

  • ribadisce che il rispetto della dignità umana e la tutela delle popolazioni civili non possono mai essere sacrificati;
  • richiama con forza la necessità di cessare immediatamente le ostilità e consentire il libero accesso degli aiuti umanitari;
  • auspica che l’Italia e l’Unione Europea si adoperino concretamente per il riconoscimento dello Stato di Palestina, quale premessa indispensabile per una pace giusta e duratura, basata sul principio “due popoli, due Stati”.

L’Università del Sannio si impegna a:

  • vigilare sulle proprie collaborazioni accademiche e scientifiche, assicurandone la coerenza con i principi etici e con il diritto internazionale, escludendo attività che possano contribuire a violazioni dei diritti umani;
  • promuovere all’interno della propria comunità universitaria un dialogo critico e pluralista sulle cause e le conseguenze del conflitto, difendendo il valore del dissenso e della libera espressione delle idee nel segno della nonviolenza.

L’Università del Sannio, sgomenta per l’esecrabile estensione dei conflitti in tante aree del mondo, intende così riaffermare la propria identità di comunità di ricerca e formazione, convinta che la conoscenza debba essere al servizio della pace, della giustizia e della dignità umana.