Trovata una soluzione ad un problema quantistico sollevato da Einstein nel 1953
Il risultato della ricerca, che contribuisce al dibattito su uno dei temi più affascinanti dellafisica moderna e rappresenta un passo avanti nella comprensione della teoria quantistica, è stato pubblicato sull’autorevole rivista internazionale «The European Physical Journal Plus».
Albert Einstein non amava la Meccanica Quantistica. In una lettera del 1944 indirizzata ad uno dei padri fondatori della teoria, Max Born, egli sosteneva: “Il grande successo iniziale della teoria quantistica non può convertirmi a credere in quel fondamentale gioco di dadi”. E in un’altra occasione aggiungeva: “Io credo ancora nella possibilità di un modello di realtà che rappresenti le cose stesse e non soltanto la probabilità del loro accadere. Io posso nella peggiore delle ipotesi ancora capire che Dio possa aver creato un mondo in cui non ci sono leggi naturali: il caos, insomma. Ma che ci siano leggi statistiche con soluzioni definite, cioè leggi che costringano Dio a lanciare i dadi in ogni singolo caso, lo trovo altamente sgradevole”. Einstein avanzò quindi una serie di critiche alla Meccanica Quantistica e soprattutto all’interpretazione della teoria sostenuta dalla scuola di Copenaghen capeggiata da Niels Bohr. Per dimostrare le incongruenze della teoria, nel 1953, prese in considerazione il moto di un corpo posto dentro una scatola a pareti riflettenti. Secondo la meccanica classica, il corpo dovrebbe oscillare da una parete all’altra della scatola. Al contrario, la Meccanica Quantistica prevede che il corpo sia fermo (velocità nulla). I sostenitori della teoria quantistica hanno provato a rispondere ad Einstein, concludendo che effettivamente la particella doveva essere ferma perché la teoria prevede anche che non è possibile trovarla in una serie di punti lungo il percorso. Il nostro gruppo di ricerca (Antonio Feoli, Elmo Benedetto, Luca D’Errico e Antonella Lucia Iannella) è riuscito invece a dimostrare, in un articolo pubblicato su The European Physical Journal Plus nel gennaio 2025, che, sotto determinate ipotesi, la teoria quantistica è in grado di prevedere per la particella il moto oscillatorio auspicato ad Einstein. Il modello da noi prodotto modifica l’equazione di Schroedinger della Meccanica Quantistica ed è stato applicato con successo al caso della particella in una scatola, ma è più generale e può quindi essere studiato in altri casi interessanti. Ci aspettiamo quindi di ottenere nuovi risultati e di scoprire altri sorprendenti aspetti della teoria quantistica.





